La cinta muraria

Il castello è posto sulla sommità della montagna, costituito per formare sul lato nord verso Caltanissetta e la valle del Salso una immensa parete. Attorno al castello vennero alzate delle mura rafforzate da torrioni; i conci delle muratura erano disposti a raggiera ed intessuti da una robusta intelaiatura con mensoloni e beccatelli. In questa grande recinzione si aprivano alcune porte di cui non è rimasta traccia, ad eccezione di quella della Porta Palermo. I cantonali che serravano in un poligono irregolare i quattro lati del castello conferendo ad esso decoro e maestosità, furono alzati con grande sapienza costruttiva. I fronti maggiormente decorati erano quelli di sud-est. Su questo lato si aprivano grandi finestroni normanni simmetrici che, ravvivando il proprio aspetto con esili colonnine marmoree e sfruttando largamente l’elemento coloristico, offrivano allo sguardo stipiti ed archetti in pietra calcarea di grande effetto.Su questo stesso lato si apre la porta d’ingresso al castello preannunciata da un piccolo cortiletto sul quale si affaccia la torre quadrangolare e sul lato sinistro una bifora duecentesca. La rimanente parte del lato sud è di una rigida severità di opere di prospettive, ad essa fa seguito la zona corrispondente alla prima elevazione ormai scomparsa da secoli
Il prospetto orientale era arricchito da finestre in tipico stile normanno inframmezzate da colonnine, che illuminavano le numerose stanze interne, alcune delle quali ricavate nella roccia. Di pregevole fattura erano i pilastroni del cortile e la finestra che sta di rimpetto al portone d’ingresso.
Dal prospetto Nord, fino a qualche anno fa, si poteva ammirare una delle più belle vedute del castello. Sulla sinistra del complesso, sul lato nord-ovest, partendo dalla “Corona del Re”, si poteva un tempo osservare la parte normanna con il muro del “Mastio” e le bastionature di rinforzo delle mura. Accanto a questi resti, la parte trecentesca presenta ampie finestre di varia grandezza disposte asimmetricamente.
L’ultima parte della facciata, verso il cosidetto “Puntale”, è costituito dal coverticcio dell’armeria, una vasta sala con un’architettura regolare ed armoniosa, alla quale si affidavano armi di ogni specie. Le finestre di questo lato delle mura erano disposte su tre livelli ad eccezione di qualche piccola apertura al primo piano.
Nella facciata di sud-est si aprivano tre finestre di stile normanno. Questi tre grandi finestroni erano caratterizzati dall’abbondanza delle decorazioni e dei trafori che davano luminosità agli ambienti. Queste finestre andarono distrutte durante il terremoto del 1885, assieme ai delicati bassorilievi che esistevano dappertutto e fin nelle volte in legno, crollata la volta in legno di stile Normanno sul “Grande salone” sovrastante la zona del cosiddetto Carcere Civile.

Durante l’occupazione normanna le opere difensive del castello, vennero consolidate. Si rinforzarono i muraglioni facendo assumere alla struttura una notevole imponenza. Oggi rimangono pochissimi resti di questa grandissima opera d’ingegneria militare: il “muraglione” e in condizioni tali da richiedere una immediata opera di consolidamento; i resti più imponenti si alzano accanto alla porta Palermo. I portali d’ingresso alla rocca erano due: quello situato a sud era sormontato da un bassorilievo in marmo raffigurante una scrofa che allatta i piccoli. Una torre merlata proteggeva questo ingresso rendendo cosi vano ogni tentativo di penetrare all’interno del castello; si accedeva ad essa mediante la scala del gran Cortile ricavata nello spessore del muro e parzialmente ancora superstite. Resti di mura si osservano ancora oggi di fronte alla torre che proteggeva l’ampio spazio ovest sul quale ora sono state erette alcune case. Il castello fondava la propria sicurezza oltre che sui diversi accorgimenti suggeriti dalla tecnica militare, sulla grande muraglia di prerecinzione che lo cingeva come un grandioso anello riducendo al minimo ogni pericolo di penetrazione esterna. Nel tracciarne i lati, era stata accuratamente sfruttata l’asperità del terreno roccioso che aveva permesso di creare, con tagli opportuni, delle pareti verticali assai difficili da scalare.